Qualsiasi attività che svolgiamo, indipendentemente dal contesto, comporta dei rischi. Infatti, per definizione non esiste un concetto di rischio pari a zero: tutte le volte che compiamo una azione o prendiamo una decisione c’è la probabilità che quest’ultima generi una conseguenza.
Il rischio, inoltre, è diverso in base al contesto in cui ci troviamo a operare e può essere di diverso tipo: deliberato, ovvero messo in atto volontariamente da qualcuno; non deliberato, quindi che non dipende dalla volontà di qualcuno. Aggiungiamo che un evento può, a sua volta, essere prevedibile e aspettato, oppure imprevedibile e inaspettato.
È proprio in questo contesto che interviene il concetto di analisi del rischio, un processo costituito da:
- identificazione (risk identification),
- analisi (risk analysis o risk assessment),
- risposta (risk response),
- monitoraggio e gestione (risk management).
L’analisi di rischio si può applicare in qualsiasi contesto e per qualsiasi processo che possa in qualche modo generare eventi accidentali indesiderati.
Questa analisi permette di descrivere qualitativamente e quantitativamente la probabilità e l’impatto potenziale dei rischi, di prendere decisioni, di trovare soluzioni alternative e di informare i soggetti interessati dei risultati della valutazione del rischio.
I metodi di analisi del rischio possono essere classificati, in maniera generale, in due tipologie:
- Metodo induttivo: si ipotizza il problema e si procede a un’analisi volta a identificare le conseguenze;
- Metodo deduttivo: si ipotizza l’evento finale per risalire agli eventi che potrebbero causarlo.
Le caratteristiche del metodo di analisi e le sue declinazioni variano a seconda:
- del contesto in cui si opera,
- del tipo di rischio da analizzare.