Una breve analisi dei punti principali del Global Risk Report 2020 per riflettere sui principali rischi percepiti nel breve e nel lungo termine e sui cambiamenti rispetto agli anni precedenti.
Il World Economic Forum (WEF) si è riunito, come ogni anno, a Davos il 21 gennaio per discutere del tema scelto per questa edizione: lo sviluppo sostenibile, con lo slogan "Stakeholders for a Cohesive and Sustainable World". Prima delle discussioni, il 15 gennaio, è stato rilasciato il Global Risk Report che analizza i principali rischi sulla base delle risposte di oltre 750 esperti e policy makers: a breve termine le maggiori preoccupazioni riguardano gli scontri commerciali e il fenomeno di polarizzazione delle politiche interne; i rischi a lungo termine sono relativi ad ambiente e clima.
Per la prima volta, sul podio dei rischi globali ci sono solo questioni ambientali. In particolare, emerge che si temono maggiormente condizioni metereologiche estreme, il fallimento delle azioni per il clima, disastri naturali, una perdita di biodiversità e disastri ambientali causati dall’uomo.
Per il futuro della riduzione del cambiamento climatico, il 2020 è un anno critico: rappresenta la prima opportunità per i paesi di rivedere i loro piani di affrontare il cambiamento climatico come stabilito nell’Accordo sui Cambiamenti Climatici di Parigi del 2015 e di colmare il divario tra ciò che hanno promesso e ciò che serve. È necessario programmare un nuovo piano di energia per il clima, rivedendo le possibilità relative alla trasmissione di elettricità. Un numero crescente di paesi ha annunciato l’obiettivo a lungo termine delle zero emissioni e ha mostrato un maggiore interesse nell’affrontare sfide eccezionali per sviluppare soluzioni a basse emissioni di carbonio, come creare una rete di trasmissione di energia basata su una filiera a idrogeno con basse emissioni di carbonio, ridurre le emissioni attraverso la cattura, la raccolta e l’uso di CO2, gestire l’intermittenza di fonti rinnovabili con soluzioni di stoccaggio grid-scale, rendere elettrica la trasmissione di elettricità per il riscaldamento domestico e commerciale, riciclare meglio le batterie delle macchine elettriche e tracciare la disponibilità delle materie prime necessarie per questa transizione.
La possibilità che questi obiettivi non vengano raggiunti potrebbe avere conseguenze molto dannose sull’ambiente. Fortunatamente, alcuni passi incoraggianti sono stati mossi da diverse nuove geometrie di governi, aziende, investitori, società civili e entità nazionali in aree chiave per il cambiamento climatico, come la transizione industriale ed energetica, la mobilitazione di finanza e agricoltura e soluzioni naturali.